Cos’è
È un sentimento di profonda tristezza, di vuoto incolmabile dove tutto sembra insensato, insignificante. Nella depressione c’è una marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte le attività che si svolgono nel quotidiano. Mentre i sintomi psicologici sono comuni a tutte le persone depresse, gli effetti comportamentali sono molto diversi tra loro.
Può verificarsi un drastico calo dell’appetito o al contrario il cibo può essere una fonte di compensazione quindi si può desiderare di mangiare continuamente cibi molto saporiti.
Alcune persone si lamentano di non riuscire a chiudere occhio durante tutta la notte e dopo pochi giorni cominciano ad assumere farmaci per poter dormire. Altri dormono tantissimo a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Per quanto riguarda il movimento abbiamo casi in cui alzarsi dal letto è davvero molto difficile altri che hanno un’agitazione continua spesso improduttiva e fastidiosa che li tiene sui carboni ardenti.
Nella depressione, il calo del desiderio sessuale invece accomuna tutte le persone depresse che preferiscono sicuramente un contatto di tipo più affettivo.
Anche a livello della salute fisica le ricadute possono essere anche molto gravi: l’American Heart Association (2014), ad esempio, ha evidenziato che la depressione è associata ad un aumentato rischio di sviluppare malattie cardiovascolari e cerebrovascolari.
In ogni caso il paziente si lamenta di fare fatica in tutto, di non aver energie, di essere spossato, stanco, svogliato, disinteressato a tutto e con nessuna voglia di vedere amici o parenti.
La persona depressa spesso vive sentimenti di autosvalutazione, colpa e autoaccusa. Nei momenti in cui c’è un pochino più di energia, può emergere una rabbia nei confronti di alcune persone vicine, della società o di qualche ricorrenza.
A livello mentale c’è una ridotta capacità di pensare, di concentrarsi e di prendere decisioni. Queste attività mentali vengono vissute come una fatica enorme che il depresso sente come se si trattasse di uno sforzo fisico.
Nei casi peggiori si hanno idee suicidarie e ricorrenti pensieri di morte.
Cause
Le cause della depressione come sempre sono da ricercare in un intreccio bio-psico-sociale.
A livello biologico ci sono studi che hanno evidenziato il coinvolgimento di 78 geni nell’insorgenza della depressione. Inoltre gli sbalzi ormonali a cui sono soggette le donne nelle fasi mestruali e perimestruali, impattano sull’umore anche in modo depressivo.
Sul piano psicologico aver avuto genitori o parenti stretti con una visione della vita pessimista o che hanno sofferto di crisi depressive, può contribuire ad apprendere gli stessi meccanismi mentali di fronteggiamento degli stress.
Per quanto riguarda gli aspetti sociali, le crisi economiche, le difficoltà lavorative, i lutti, una grave malattia o altri aventi di importanti perdite possono incidere molto sul tono dell’umore.
Fisiologia o patologia?
Chiedete a qualcuno se desidera essere triste e depresso, difficilmente vi risponde di si! L’immagine sociale diffusa è che bisogna essere allegri e solari! Bisogna affrontare le difficoltà con grinta e coraggio!
Si…. vero… però gli stati depressivi sono sane reazioni fisiologiche ad alcuni accadimenti della vita di tutti noi.
Si pensi ad un lutto di una persona cara, ad una delusione amorosa o semplicemente alla partenza di un caro amico…
In ognuno di questi casi, affondare in uno stato depressivo è molto importante per riflettere sulla relazione che abbiamo avuto con la persona che, in un modo o nell’altro, abbiamo lasciato.
Cosa pensereste se dopo una delusione amorosa la persona coinvolta reagisse ridendo e scherzando, dicendo che “Morto un papa se ne fa un altro?”. Se c’era un vero legame affettivo, una reazione del genere è una difesa psichica che se va bene è una razionalizzazione.
Gli stati depressivi sono momenti importanti della vita in cui la persona si isola affettivamente dal contesto, per ascoltare le sensazioni scatenate da uno specifico evento. Il tempo rallenta, le priorità diminuiscono ed è il momento del raccoglimento.
Nella maggior parte dei casi si hanno intuizioni su se stessi e sulle proprie relazioni. Quando si è euforici e allegri i ritmi sono più veloci e la consapevolezza di quello che stiamo vivendo tende a diminuire.
Il problema è quando questi stati depressivi diventano lunghi e profondi e i sintomi descritti nel paragrafo precedente prendono una pesante consistenza. Quando la persona dopo aver vissuto la fisiologica fase depressiva non riesce ad uscirne, anzi sprofonda in umore sempre più nero e soffocante.
In realtà un esperto può rilevare i casi che fin dall’inizio manifestano aspetti patologici basandosi su alcuni elementi della storia della persona, sul modo che ha di descrivere i fatti e sulla quantità e pervasività dei sintomi.
Cosa puoi fare
Se sei un parente o amico
Puoi fare una cosa davvero molto importante: ascoltare la persona depressa, senza giudizio e aiutarla ad esprimere il suo dolore!
La prima obiezione che mi viene fatta quando do questo consiglio è: “ma così non si sente peggio?”
La risposta è che inizialmente si sentirà peggio ma parlare a qualcun altro di fidato che non ti giudica, non ti da consigli e che tollera l’impotenza di non poter fare niente di concreto è FONDAMENTALE!
La seconda obiezione è “ma poi non è che la persona si adagia e continua a richiedere attenzioni?”
A volte capita… ma nella maggior parte dei casi la persona depressa ha bisogno di una stampella affettiva fino a quando la ferita si rimargina e poi sarà in grado di riprendere la sua vita.
Le 5 cose da non dire a un depresso!
“So come ti senti”. L’empatia si dimostra con i fatti non con le parole. La persona depressa più di chiunque altro ha bisogno di autenticità, di sentire il calore umano, non che qualcuno si ponga come l’esperto dei sentimenti o il maestro di vita.
“Pensa positivo!”. Prova tu a pensare positivo debilitato da un calo importante dei principali nutrienti, con un sonno che ti toglie energie invece di dartele e con una profonda mancanza di qualcuno o qualcosa!
“Pensa ai tuoi figli”. È il modo migliore per far sentire la persona depressa un cattivo genitore e peggiorare la sua situazione. Piuttosto aiuta concretamente: organizza un’uscita, aiutala nelle faccende quotidiane, ecc.
“È tutto nella tua testa”. Niente di più falso! Il corpo è coinvolto a partire dai geni fino ad arrivare all’alimentazione.
“C’è chi sta peggio di te”. È la tipica frase di chi non sa cosa dire e cerca di tirar su il morale maldestramente. Purtroppo raggiunge l’effetto contrario perché non fa sentire l’altra persona compresa nelle sue difficoltà.
L’ascolto del depresso è difficile perché fa sentire un’impotenza enorme ma è proprio lì che ci si incontra. Quando si depongono le speranze di “risolvere il problema” perché per il depresso il problema è la vicinanza affettiva ed è quella che lenisce le ferite: un abbraccio lungo e affettuoso, un ascolto sincero che possano colmare un po’ il desiderio di essere amato.
ATTENZIONE, qui ci sto riferendo a crisi depressive reattive a un evento e fisiologiche. Ci sono casi cronici o molto gravi che possono essere trattati solo da specialisti (soprattutto se in fase acuta).
Se ti senti depresso
Per uscire dalla fisiologica fase depressiva si possono usare alcuni accorgimenti che aiutano a risvegliare mente e corpo.
Si parte dal corpo perché molto spesso, dopo un periodo depressivo, c’è scarsità di vitamine e sali minerali, la persona tende ad essere poco idratata e appesantita dai residui metabolici di alcol, caffè e “cibi spazzatura”.
Qui sotto è rappresentato cosa sente nel corpo la maggior parte delle persone. Azzurro e blu indicano uno stato di “svuotamento” di mancanza di energie o di pesantezza.
Quindi per prima cosa è importante mangiare in modo sano ed equilibrato. Limitare l’uso di salse, dolci, snack, alcol, carni rosse. Aumentare il consumo di frutta, verdura, acqua naturale, carni bianche, carboidrati integrali (riso, pasta) e cereali (orzo, farro, ecc.).
Riprendere con l’attività fisica è molto importante per regolare i ritmi del corpo, il metabolismo e la produzione di endorfine (neurotrasmettitori che migliorano l’umore). Non si tratta di perdere tempo in passeggiate o in palestra ma di una vera e propria autocura che può avere ricadute positive su te stesso e sulle persone che ti circondano.
L’alimentazione sana e l’attività fisica aiuteranno a regolarizzare il sonno favorendo non solo il riposo ma anche i processi neurofisiologici e di riparazione cellulare che avvengono quando dormiamo profondamente.
Hai qualcuno che ti può ascoltare in modo non giudicante, senza darti consigli e che senti affettivamente vicino? Se non ha tutte queste caratteristiche ma si avvicina a questa descrizione, contattalo e digli chiaramente: “ho bisogno di incontrarti per un’oretta o due e ho bisogno che mi ascolti senza darmi consigli né soluzioni. Vorrei che tu ascoltassi quanto sto male e che alla fine mi dicessi solo se hai percepito la profondità e la complessità del mio dolore.”
Non temete di dare fastidio o di sovraccaricare questa persona. Vi sdebiterete nel modo che ritenete più opportuno appena starete meglio e questo servirà per rendere più forte il vostro legame.
Sul piano comportamentale è importante tornare alle occupazioni quotidiane arricchendole di attività piacevoli e creative. Bastano semplici gesti: fare una torta, un lavoro in giardino, bricolage o per i più intellettuali scrivere una poesia, suonare uno strumento o dipingere.
E non preoccuparti se la tua “opera” non è perfetta: prima non esisteva e ora hai tutto il tempo per aggiustarla o rifarla nel modo che più ti piace.
ATTENZIONE: se non riesci a mettere in atto niente di tutto questo o se non ti è di aiuto, contattaci perché non si tratta più di uno stato depressivo fisiologico ma si tratta di qualcosa di più importante che ha bisogno di essere trattato da un professionista.
Bibliografia essenziale
Mappa delle emozioni – “Bodily maps of emotions”, è stato pubblicato il 31 dicembre 2013 su Proceedings of the National Academy of Sciences
Depressione e patologie cardiache – Lichtman JH et al. Depression as a risk factor for poor prognosis among patients with acute coronary syndrome: systematic review and recommendations: a scientific statement from the American Heart Association. Circulation. 2014;129:1350-1369.